ladestra

giovedì 31 gennaio 2008

Le radici della Destra Sono le radici d'Italia, I Confernza organizzativa nazionale a Trieste

Il 10 febbraio a Trieste si svolgerà la prima Conferenza organizzativa de La Destra, un appuntamento importante in vista delle elezioni amministrative che si svolgeranno in molte regioni d'Italia edelle possibili elezioni politiche anticipate. E' stata scelta una data ed una città simbolo proprio perchè è qui che affondano le radici della Destra italiana.L'assise si svolgerà presso il PALAZZO DEI CONGRESSI DELLA STAZIONE MARITTIMA, Molo Dei Bersaglieri,3
PROGRAMMA DELLA CONFERENZA ORGANIZZATIVA
Ore 08:00 Cerimonia privata con la deposizione di una Corona alla Foiba di Bassovizza da parte del Sen. Storace e dell’On. Buontempo
Ore 09:30 Accredito partecipanti
Ore 10:00 Saluto autorità locali
Ore 10:15 Inizio interventi programmati
Sen Francesco Storace
On Teodoro Buontempo
Sen Stefano Morselli
On Daniela Santanchè
On Nello Musumeci
On Alberto Arrighi
Sen Stefano Losurdo
On Roberto Salerno
On Antonio Pezzella

PAUSA PRANZO
Ore 14:30 Dott. Battista Mondini già segretario comunale: procedure elettorali
Ore 15:30 Dibattito
Ore 18:30 Chiusura dei lavori

martedì 29 gennaio 2008

Minacce a Storace e ai leader del centro destra: can che abbaia non morde ma si faccia attenzione...

La lunga esperienza politica e giornalistica mi indurrebbe a pensare e a dire “can che abbaia non morde”, ma se questo detto della saggezza popolare è quasi sempre vero, è pur vero che si deve stare sempre con le orecchie dritte. Bisogna fare attenzione perché in Italia c’è sempre qualcuno che cerca di imbarbarire la politica. E i proiettili recapitati alla redazione della Padania e al segretario nazionale de La Destra sono il chiaro segnale che si vuole avvelenare il clima politico e ormai elettorale che si respira nel Bel Paese.Attenzione e vigilanza, quindi. Non prendere sotto gamba segnali comunque inquietanti. Molti dicono che il clima attuale non è certo quello degli anni ’70 e ’80, i terribili Anni di Piombo, che tanti lutti portarono nel nostro Paese. Certo, non c’è quel clima. Almeno all’apparenza.Non si può certo negare, infatti, che la società italiana è ridotta allo sfascio. Quelle che un tempo erano sacche di emarginazione oggi sono divenuti dei veri e propri bacini in cui criminalità e pseudo terroristi possono raccogliere a piene mani.La disoccupazione, la crisi dei mutui, il crollo del valore degli stipendi, l’emergenza rifiuti e quella immigrazione non sono che alcune delle leve su cui abili “cattivi maestri” ancora in circolo, magari mascherandosi di uno pseudo integralismo islamico (che oggi va tanto di moda), e pienamente riciclatisi possono agire. I mestieranti della rivoluzione in Italia abbondano e quando c’è da mestare nel torbido lo fanno, magari con qualche aggancio di comodo che mai hanno perso in questi ultimi trent’anni.Quindi attenzione. Attenzione ai proiettili che arrivano in buste chiuse, attenzione alle sedi incendiate, attenzione alle aggressioni o agli “espropri proletari”, o alle manifestazione filo integralismo islamico dove si inneggia ad Osama bin Laden e si grida 10, 100, 1000 Nassirya (per altro non conoscendo minimamente il mondo islamico ed il terrorismo islamico che sono due cose completamente diverse), perché sotto la cenere la brace arde ancora. Seppur con motivazioni ed azioni diverse dagli Anni di Piombo.La gente è stanca e la fortuna è che l’italiano è fondamentalmente pigro e non avvezzo alla guerriglia. Esisto però un sottobosco che ama parlare di rivoluzione o rivolta. Certo, sono leit motive che ciclicamente ritornano. E’ un poco come le occupazioni delle Università o le manifestazioni contro la Chiesa e il Papa o contro il “Berlusconi di turno”. Cose che piacciono, che restano nel bagaglio personale. Qualcosa da poter poi raccontare a figli e nipoti. Roba da radical chic, da rivoluzionari da salotto. Eppure tra questi pseudo Che Guevara dei poveri c’è sempre qualcuno che ci cade veramente nella rete terroristica. Qualcuno che pensa di essere il vendicatore del proletariato. Una sorta di “unto del Signore” la cui missione è quella di “ripulire” l’Italia (e il mondo perché ovviamente ogni causa terzomondista è la sua) dagli imperialisti e dagli sfruttatori del proletariato e del sotto proletariato dimenticando, anzi non accorgendosi che lui con i sottoproletari non ha nulla a che vedere. Né per estrazione sociale né per convinzione politica.Una parodia rivoluzionaria che scade quasi sempre nell’ipocrisia di un mondo utopistico in cui vivere in poche decine di persone. Un mondo fuori dal mondo che però può sconfinare nel mondo reale provocando danni senza eguali.Per questo dico “attenzione”, cogliere i segnali che giungono dalla società, capire la società, viverla nel profondo senza arroccarsi in torri d’avorio scrutando l’orizzonte con un binocolo. Solo così si potranno evitare guai seri, per tutti. L’esperienza degli Anni di Piombo ci deve servire da monito. Decine di giovani assassinati o morti per degli ideali devono far riflettere. Una generazione mandata al massacro per la cecità politica di molti condita con “le spintarelle” di altri ad una guerra civile senza senso, devono far capire a tutti che l’Italia non potrebbe sopportare un altro bagno di sangue.E’ vero, can che abbaia non morde, ma facciamo attenzione a non spingerlo a farlo. Basta poco. Basta essere attenti.
Stefano Schiavi

lunedì 21 gennaio 2008

Storace: "Nemmeno se Napolitano nomina 14 senatori a vita Prodi si salva, e ora subito al voto"



“156 senatori con il centrodestra, 158 con il centrosinistra. Poi se ne è andato Turigliatto: 157 pari. Poi se ne sono andati tre mastelliani. Scendono a 154. Fisichella sta lì lì e sono 153. I diniani sono attestati su un granitico forse. Potrebbero scendere a 150. Nemmeno se Napolitano nomina 14 senatori a vita si salvano. Prodi a casa e fateci votare”. E’ quanto dichiara il segretario nazionale de La Destra, Francesco Storace.

lunedì 7 gennaio 2008

ACCA LARENTIA TRENT’ANNI DOPO


C’eravamo quando essere missini, voleva dire rischiare la pelle, l’abbiamo rischiata per anni, alcuni di noi sono stati uccisi, nessuno si è mai arreso.

Ci siamo oggi, con lo stesso spirito di ieri per: ricostruire una Patria.

Facciamo in modo che: i martiri non si vergognino mai di noi.

Facciamo sorgere una Destra, degna di raccogliere la fiaccola della speranza, per un domani migliore.

Onore ai caduti!