ladestra

martedì 29 gennaio 2008

Minacce a Storace e ai leader del centro destra: can che abbaia non morde ma si faccia attenzione...

La lunga esperienza politica e giornalistica mi indurrebbe a pensare e a dire “can che abbaia non morde”, ma se questo detto della saggezza popolare è quasi sempre vero, è pur vero che si deve stare sempre con le orecchie dritte. Bisogna fare attenzione perché in Italia c’è sempre qualcuno che cerca di imbarbarire la politica. E i proiettili recapitati alla redazione della Padania e al segretario nazionale de La Destra sono il chiaro segnale che si vuole avvelenare il clima politico e ormai elettorale che si respira nel Bel Paese.Attenzione e vigilanza, quindi. Non prendere sotto gamba segnali comunque inquietanti. Molti dicono che il clima attuale non è certo quello degli anni ’70 e ’80, i terribili Anni di Piombo, che tanti lutti portarono nel nostro Paese. Certo, non c’è quel clima. Almeno all’apparenza.Non si può certo negare, infatti, che la società italiana è ridotta allo sfascio. Quelle che un tempo erano sacche di emarginazione oggi sono divenuti dei veri e propri bacini in cui criminalità e pseudo terroristi possono raccogliere a piene mani.La disoccupazione, la crisi dei mutui, il crollo del valore degli stipendi, l’emergenza rifiuti e quella immigrazione non sono che alcune delle leve su cui abili “cattivi maestri” ancora in circolo, magari mascherandosi di uno pseudo integralismo islamico (che oggi va tanto di moda), e pienamente riciclatisi possono agire. I mestieranti della rivoluzione in Italia abbondano e quando c’è da mestare nel torbido lo fanno, magari con qualche aggancio di comodo che mai hanno perso in questi ultimi trent’anni.Quindi attenzione. Attenzione ai proiettili che arrivano in buste chiuse, attenzione alle sedi incendiate, attenzione alle aggressioni o agli “espropri proletari”, o alle manifestazione filo integralismo islamico dove si inneggia ad Osama bin Laden e si grida 10, 100, 1000 Nassirya (per altro non conoscendo minimamente il mondo islamico ed il terrorismo islamico che sono due cose completamente diverse), perché sotto la cenere la brace arde ancora. Seppur con motivazioni ed azioni diverse dagli Anni di Piombo.La gente è stanca e la fortuna è che l’italiano è fondamentalmente pigro e non avvezzo alla guerriglia. Esisto però un sottobosco che ama parlare di rivoluzione o rivolta. Certo, sono leit motive che ciclicamente ritornano. E’ un poco come le occupazioni delle Università o le manifestazioni contro la Chiesa e il Papa o contro il “Berlusconi di turno”. Cose che piacciono, che restano nel bagaglio personale. Qualcosa da poter poi raccontare a figli e nipoti. Roba da radical chic, da rivoluzionari da salotto. Eppure tra questi pseudo Che Guevara dei poveri c’è sempre qualcuno che ci cade veramente nella rete terroristica. Qualcuno che pensa di essere il vendicatore del proletariato. Una sorta di “unto del Signore” la cui missione è quella di “ripulire” l’Italia (e il mondo perché ovviamente ogni causa terzomondista è la sua) dagli imperialisti e dagli sfruttatori del proletariato e del sotto proletariato dimenticando, anzi non accorgendosi che lui con i sottoproletari non ha nulla a che vedere. Né per estrazione sociale né per convinzione politica.Una parodia rivoluzionaria che scade quasi sempre nell’ipocrisia di un mondo utopistico in cui vivere in poche decine di persone. Un mondo fuori dal mondo che però può sconfinare nel mondo reale provocando danni senza eguali.Per questo dico “attenzione”, cogliere i segnali che giungono dalla società, capire la società, viverla nel profondo senza arroccarsi in torri d’avorio scrutando l’orizzonte con un binocolo. Solo così si potranno evitare guai seri, per tutti. L’esperienza degli Anni di Piombo ci deve servire da monito. Decine di giovani assassinati o morti per degli ideali devono far riflettere. Una generazione mandata al massacro per la cecità politica di molti condita con “le spintarelle” di altri ad una guerra civile senza senso, devono far capire a tutti che l’Italia non potrebbe sopportare un altro bagno di sangue.E’ vero, can che abbaia non morde, ma facciamo attenzione a non spingerlo a farlo. Basta poco. Basta essere attenti.
Stefano Schiavi

Nessun commento: